lunedì 24 novembre 2014

Destinazione Futura!

Alla fine ci siamo arrivati. Questa sera (23 novembre) è stata lanciata la Soyuz che porterà Samantha Cristoforetti, prima italiana ad uscire dal pianeta, sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS per gli amici) insieme ad altri membri della Spedizione 42. Ho cercato di seguire il lancio in diretta su asitv.it ma a dieci minuti dall'evento è saltata la connessione: spero sia dovuto al fatto che la stavano guardando in troppi!
La sua missione si chiama Futura e durerà sei mesi durante i quali Samantha e i suoi compagni saranno impegnati in vari esperimenti, principalmente sulla fisiologia umana in assenza di gravità; i loro risultati contribuiranno alla ricerca medica per la cura di alcune malattie del sistema circolatorio e dell'osteoporosi. Alla missione sono legate alcune curiosità, per esempio per la prima volta gli astronauti avranno a bordo una macchinetta per il caffè. Ma ancora più curioso, secondo me, è il fatto che l'equipaggio abbia scelto di usare il numero della spedizione, 42, per fare dei richiami al libro Guida galattica per autostoppisti di D. Adams. Nel libro infatti il numero 42 costituisce la risposta alla domanda fondamentale, peccato solo che nessuno ricordi quale sia! Ecco allora che come tradizione, oltre alla foto di gruppo seria, è stato presentato anche un poster in cui gli astronauti ricreano la locandina del film ispirato al libro.
Samantha ha promesso che ci terrà aggiornati sulla sua permanenza a bordo della ISS attraverso la sua pagina Facebook, il suo account Twitter @AstroSamantha e il sito Avamposto42.

Per adesso però è ancora in viaggio e l'arrivo è previsto per le quattro del mattino. Dico previsto perchè in effetti raggiungere la ISS, un bersaglio che orbita a 28000 Km/h non è poi così semplice e in questo post vorrei parlare proprio di questo, visto che spesso questa parte viene trascurata. Confesso che sapevo ben poco su com'è organizzato un lancio (e ci sta, sono un astrofisico, non un Ingegnere aerospaziale!) e ultimamente, pensando ad oggi, mi chiedevo come funzionasse. E manco a farlo apposta la mailing list dell'ESA, che sembra leggermi nel pensiero, manda un bellissimo video che spiega tutto nei dettagli! Dura circa venti minuti ed è in inglese ma su youtube si possono impostare i sottotitoli in italiano.

Il Rendez-vous (appuntamento in francese, così viene chiamato l'insieme di manovre che servono a far incontrare due veicoli spaziali) è composto da diverse fasi. Inizialmente il razzo di supporto porta la navicella Soyuz in orbita a un'altezza di circa 200 Km mentre la ISS si trova più in alto, a circa 400 Km. Qui la Soyuz si stacca dal razzo, prosegue in autonomia e accendendo i motori per due volte si sposta su un'orbita superiore, circa 100 Km più in basso della ISS. Quest'orbita è chiamata orbita di fasamento e serve a fare in modo che i due soggetti si allineino nel modo desiderato: essendo su un'orbita più bassa infatti, la Soyuz va più veloce e piano piano si avvicina alla ISS. Questo accade perchè maggiore è la distanza dal centro della Terra, minore è la forza di gravità e di conseguenza minore è la velocità necessaria per stare in orbita. Sembra strano a pensarci ma in effetti, quando si è in orbita, accendere i motori in direzione tangente all'orbita consente di allontanarsi dalla Terra e successivamente di stabilizzarsi a una velocità inferiore: in pratica si accelera per rallentare!

Questa fase è quella che determina la durata del Rendez-vous: se tutto va bene si arriva sulla ISS in circa sei ore dal lancio, se invece si è sfortunati si può attendere fino a due giorni! L'ultimo lancio, a Marzo 2014, andò proprio così. In questo tempo l'equipaggio non può comunicare con la Terra e deve solo aspettare... La Soyuz è progettata per consentire agli astronauti una permanenza lunga con un vero e prorio scomparto abitativo: è decisamente stretto ma non manca nulla. Una volta raggiunto l'angolo desiderato si inizia una nuova manovra che porterà la Soyuz alla stessa altitudine della ISS accendendo i motori in sequenza per tre volte. 

Finita questa fase, la navicella si avvicina alla ISS e inizia le manovre di attracco che, anche qui, non sono affatto semplici. Bisogna infatti presentarsi con il giusto allineamento davanti a uno dei porti e può capitare che, se l'angolazione non è corretta, si debbano ripetere alcuni passaggi.

Buona parte di tutto questo avviene in modo automatico (come per le navette senza equipaggio che portano rifornimenti) ma certamente la preparazione del pilota è fondamentale. Mentre guardavo il video ho ripensato al fatto che manovre simili sono state compiute più di 40 anni fa anche dagli equipaggi delle varie missioni Apollo per andare sulla Luna. Lì di automatico c'era molto meno e la cosa è ancora più sorprendente!

Aggiornamento.
È andato tutto come previsto, il viaggio è durato circa 6 ore e dopo l'apertura del portello Samantha è stata la prima a entrare nella ISS, accolta dagli altri 3 membri della Spedizione42 che erano già a bordo. Subito un pranzo/cena/colazione (come l'ha definito Samantha) e i saluti ai familiari degli astronauti. "È come te lo sognavi?" le ha chiesto la mamma, e lei contentissima ha risposto "per adesso è anche meglio!"

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